domenica 31 gennaio 2016

TESSERE, la lunga storia della Geometra del Piano a PISA


“Il giorno 21 gennaio la mia classe, 2F e la 1F, accompagnati dalle prof. Orlandini e Massei, siamo andati in gita a Pisa per vedere la mostra TESSERE che parlava principalmente delle figure geometriche e di come grazie a queste i nostri antenati, partendo dagli Egizi e arrivando ai giorni nostri, costruivano edifici e realizzavano decorazioni. La nostra guida ci ha spiegato che l’unità di misura degli antichi egizi era l’avambraccio e il palmo, ma che per le cose più piccole utilizzavano anche la misura di un dito, di una spalla o di una mano … “ (REBECCA)
“... è stata la giornata della nostra prima gita alla scuola media … prima abbiamo visto il metodo di misurare degli antichi Egizi e altre cose e poi abbiamo visto la camera di specchi bellissimi e impressionanti … insomma è stata proprio una bella e interessante mostra! (EMILIANO)
“… al posto dei quadri c’erano dei materiali da lavoro o delle forme geometriche … non era una mostra come tutte le altre … eravamo noi  a “lavorare”” (EVA)
“… ci hanno spiegato come costruivano strade e colonne precise i Romani, chi fu a mettere per iscritto tutte le e loro teorie e come gli Arabi costruivano magnifici pavimenti per abitazioni, moschee o edifici pubblici …” (REBECCA)
“… abbiamo imparato tante cose nuove …” (SAVERIO)
“… ci hanno mostrato che se noi prendiamo due cilindri, uno più alto e uno più basso di diversa base, quello più basso e più grande di base conterrà una maggiore quantità di cose … “ (FRANCESCA)
“… la cosa più bella è stata la scatola con i vetri all’interno … quando metti un’immagine all’interno si ripete all’infinito …” (DANA)
“… abbiamo visto una tavola che illustrava come gli antichi architetti usavano un filo con dei nodi per fare un angolo retto … dopo abbiamo provato a fare delle forme geometriche su una tavoletta con dei chiodini  e alla fine siamo andati a fare un laboratorio dove abbiamo realizzato su un foglio un ottagono e lo abbiamo decorato a piacere … “ (FILIPPO)



SCRIBBLER, alla ricerca dell’esagono!

“Venerdì 18 Dicembre 2015 abbiamo fatto un laboratorio con il robot SCRIBBLER. Prima abbiamo steso 6 cartelloni bianchi per terra formando un tappeto e poi abbiamo iniziato a programmare … ci siamo divertiti un sacco a fare questa esperienza ed abbiamo imparato che la programmazione è un lavoro di pazienza ed impegno!” (ANDREA e FILIPPO)
… A coppie abbiamo realizzato degli schemi a blocchi con il computer per creare forme geometriche. Avendo messo una gradazione agli schemi a blocchi abbiamo potuto far girare il robot sia a destra che a sinistra così da formare un angolo. Abbiamo realizzato 3 forme geometriche: triangolo, quadrato ed esagono, ci siamo muniti di cartelloni bianchi, scotch e forbici e abbiamo creato un piano su cui far lavorare il robot.
Con molta pazienza, per creare l’esagono abbiamo fatto molti tentativi:
1-      Ci è venuto un cerchio
2-      Un ottagono non chiuso
3-      Un ettagono non chiuso
4-      Un esagono non chiuso
5-      Finalmente un esagono!!!
Questa esperienza ci ha insegnato molto e ha collegato più materie (tecnologia, matematica e geometria)” (LUCREZIA, REBEKA, FRANCESCA E IRENE) 

“ … abbiamo iniziato volendo far fare al nostro robot S2 un esagono, ma invece di un esagono è venuto un poligono di 24 lati (l’abbiamo chiamato ventiquattragono). È venuto di 24 lati perché l’abbiamo riavviato ben 4 volte per chiudere la figura, sennò veniva solamente una linea spezzata, in 6 parti, aperta. Abbiamo provato una seconda volta ma il risultato era rimesto simile solo che invece che riavviarlo 4 volte lo abbiamo riavviato 3 e c’è stato un piccolissimo miglioramento, abbiamo proceduto così per almeno una decina di volte e si è creata una specie di gara tra due gruppi: Eva, Matteo e Filippo VS Saverio e Cristian. Quando sembrava tutto finito siamo arrivati al risultato: un esagono vero e proprio tracciato da un robot programmato da noi, stupefacente! Inoltre siamo riusciti a tracciare anche un quadrato. Che soddisfazione aver programmato un robot: dopo due ore di lavoro abbiamo raggiunto il “successo”. Penso proprio che il titolo di Classe 2.0 ce lo meritiamo in pieno! Questo laboratorio a me è piaciuto molto e penso che mi possa aprire molte porte. Abbiamo imparato a programmare ma abbiamo anche capito che non è semplice come si può pensare, anzi è molto complicato e molti ragazzi della  nostra età vorrebbero saperlo fare e per questo dobbiamo ritenerci molto fortunati.” (SAVERIO)

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